Carissimo Professore,
abbiamo seguito con attenzione il congresso del PC cubano, ovviamente seguendo quanto scrive la stampa. Perciò siamo costretti a rivolgerci a te date le tue note capacità di analisi e di chiarezza, scusandoci ancora una volta della nostra invadenza, per rivolgerti alcune domande?
1) Non ti sembra di vedere nelle difficoltà dei compagni cubani una costante dei processi rivoluzionari, relativa alla produzione di merci e beni. Fu così nella Russia di Lenin, con la crisi delle “forbici”, affrontata poi con la Nep e chiarita teoricamente col meno ma meglio. Ma noi conosciamo solo due esperienze rivoluzionarie vittoriose, al riguardo, quella dell’Unione Sovietica, con il piano quinquennale, brillantemente descritto da Stalin con “vertigine di successi” e l’attuale conduzione del Partito Comunista Cinese che dirige un’esplosione di produzione e ricchezza, fino a far diventare la Cina, la seconda potenze economica a livello mondiale.
2) Ci ricordiamo le perplessità, per non dire lo scandalo, che suscitarono le parole di Deng Hsiao Ping riguardo al colore del gatto che non conta, purchè prenda i topi. Questo ci porta a dover riconoscere che i processi rivoluzionari sono complessi e non lineari e a comprendere meglio quanto dice Fidel: - “La nuova generazione è chiamata a rettificare e cambiare senza esitazioni tutto quello che deve essere cambiato. Per continuare a dimostrare che il socialismo è anche l’arte di rendere possibile anche l’impossibile”.
Ci scusiamo ancora della nostra continua richiesta di analisi e chiarimenti, ma è
la stima che abbiamo nei tuoi confronti che spinge ad approfittarcene.
Saluti comunisti Carrara 22 aprile 2011
Giorgio Lindi, Nando Sanguinetti, Massimo Gianfranceschi, Nando Giannarelli, Franca Franceschini, Lindi Paolo, Mauro Menegoni, Elena Vatteroni, Mary Rasetto
DL L’efficienza e la produttività non sono un problema «borghese», come pensa una certa sinistra anarcoide e velleitaria. Senza risolvere quel problema, un partito comunista al potere non riuscirà a conquistare o a conservare un consenso sociale di massa. Di ciò, a partire da Lenin, hanno mostrato una consapevolezzza più o meno matura i grandi dirigenti del movimento comunista; è merito di Deng Xiaoping di aver conferito l’espressione più chiara e più radicale a questa consapevolezza. D’altro canto, non bisogna dimenticare che già la Nep di Lenin fu interpretata congiuntamente dalla «sinistra» comunista» e dai più svariati circoli borghesi, come un ritorno al capitalismo (è un capitolo di storia di cui mi occupo nel mio libro su Stalin).
Domenico Losurdo
Il 30/04/11, marcello grassi ha scritto:
Complimenti per l'articolo sugli avvenimenti siriani. Al di là del giudizio su quei fatti è giusto ricordare i numerosi falsi, che hanno giustificato interventi miiltari o interferenze politiche tutt'altro che disinteressati delle potenze imperialiste. A proposito di falsi ricordo che nel settembre del 1939 i nazisti organizzarono un attacco ad una caserma tedesca eseguito da detenuti tedeschi travestiti con divise polacche. I detenuti, scomodi testimoni, furono soppressi e la Germania potè trovare il casus belli e aggredire la Polonia.
Cordiali saluti Marcello Grassi
1 commento:
Ciao, ho letto alcuni scritti di Deng, per esempio nel libro "Socialismo alla cinese", trovo grandioso il fatto che nel pensiero di Deng, da buon materialista, occupi un posto prevalente la necessità di sviluppare le forze produttive, la tecnica, la tecnologia, l'industrializzazione. Forse perchè, a differenza di altri compagni, io voglio che il Socialismo sia vincente, voglio che i comunisti si assumano la responsabilità di condurre il proletariato al potere e sviluppare il suo benessere materiale e la sua coscienza di classe, affinchè questo processo sia irreversibile.
Saluti
Antonio C.
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