Prof. Losurdo, non può essere che l'Ansa abbia ripreso quella foto da un circuito internazionale? A giudicare dalla persone che stanno intorno al giovane presunto neonazista non mi pare che si tratti di una periferia urbana delle nostre capitali. Può essere per esempio che quella foto sia stata scattata in qualche posto dell'Asia, dove la svastica ha un altro valore e una storia ben distinta da quella europea? Magari che quel giovane sia un simpatizzante del Falung Gong piuttosto che della Hitler Jugend? Apprezzo le critiche articolate, un po' meno le distorsioni...
RAZZISMO DEL DALAI LAMA ======================= Il Dalai Lama accusa la Cina di "aggressione demografica" per l'immigrazione di cittadini cinesi nel Tibet. Una accusa disvelatrice di una concezione di razzismo etnico che vorrebbe riservare ad una popolazione di 2.228.400 persone un territorio di un milione e duecentomila chilometri quadrati pari a Italia,.Francia e Germania messi insieme. Due abitanti per chilometro quadrato!! I cinesi sono un popolo di emigranti presenti in tutto il mondo. Non si capisce perchè non dovrebbero stare nel Tibet che è una regione autonoma della Cina e che ha una millenaria comunanza culturale con essa. L'accusa grottesca di aggressione demografica avviene nel pieno della globalizzazione di tutte le culture e di tutte le popolazioni del pianeta. Insomma il Tibet dovrebbe essere zona proibita a tutti i non autoctoni: Si dovrebbe preservare la purezza della razza e stabilire una volta per tutti che il Tibet può essere abitato soltanto da Tibetani. Le proteste inscenate dai monaci tibetani che hanno provocato la dura reazione cinese sono di natura etnica. I monaci hanno tentato un vero e proprio pogrom contro i cittadini cinesi ed i loro beni riuscendo ad uccidere venti persone ed ad incendiare molti negozi ed abitazioni. Noto con preoccupazione la pressione politica e mediatica di tutto l'Occidente verso la Cina che dovrebbe umiliarsi ricevendo il Dalai Lama e con ciò riconoscendogli lo status di legittimo rappresentante del popolo tibetano. Dalai Lama è un uomo ambiguo che dice di non volere l'indipendenza ma fa riferimento ad un governo ed un parlamento che la diaspora tibetana ha costituito all'estero. Il progetto di indipendenza del Tbet viene perseguito dagli Usa ma purtroppo anche dall'Europa che partecipa all'obiettivo della spoliazione della Cina dei suoi diritti sul Tibet. Il movimento indipendentistico tibetano, largamente finanziato dalla Cia e sostenuto dalle maggiori cancellerie occidentali, si inscrive in un a linea di frammentazione della Cina e della Russia che fa leva sulle etnie e sulle religioni. Si fomentano i musulmani del sud della Russia. La esperienza del Kosovo diventato indipendente ed abitato dalla sola etnia albanese e musulmana che ha umiliato la Serbia ha innescato processi disgregativi in tutto il mondo. Anche la religione cattolica serve da ariete per la frammentazione come ab biamo visto a Timor Est con la costituzione di una enclave cattolica nell'indonesia musulmana. La strategia statunitense non si fa scrupolo di utilizzare le religioni per il perseguimento dei suoi fini di divisione ed indebolimento degli Stati che considera potenziale nemici. In kossovo ha usato i musulmani dell'UCK ed in Tibet o in Birmania usa i monaci tibetani come agenti di destabilizzazione. Molti di questi monaci vengono addestrati in basi militari e strategiche collocate nel Colorado. Che differenza c'è tra la visione della immigrazione del Dalai Lama e quella dei xenofobi europei? Entrambi temono la contaminazione culturale e religiosa ed il meltingpot. Entrambi vogliono la purezza della razza e l'isolamento culturale. Ogni giorno di più l'Occidente in grande parte unificato volente o nolente alla politica di aggressione imperialistica e colonialistica degli Usa si avvicina ad una guerra sempre più estesa. La guerra regionale del Medio Oriente diventa una retrovia dello scenario ben più sterminato del conflitto con i grandi paesi dell'Asia. Pietro Ancona www.spazioamico.it http://pietro-ancona.blogspot.com/ http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
la foto è tratta dal sito ansa..che afferma che è stata scattata duranta una manifestazione di esuli tibetani a New Delhi (infatti dietro al tizio in primo piano con la svastica, che non è un simbolo esclusivamnte nazista,vi è un manifestante che ha chiaramente la bandiera tibetana). Il NYT ne fa accenno
Non dubito che il prof. Losurdo sappia perfettamente della svastica nella cultura indiana e asiatica. E non penso credesse dunque che quel giovane sia un neonazista. La sua era una provocazione, immagino. E ho provato, senza successo, a provocarlo a mia volta. Perché il punto è in verità un altro: ma è possibile che ogni cosa debba avere il suo sommo insulto nel duopolio storico-ideologico nazismo-stalinismo. Non è possibile evidenziare le contraddizioni e le storture senza fare paragoni impropri. "Nazista!" "Stalinista!" Che forse le idee del Dalai Lama possano essere accostate alle teorie della purezza della razza naziste? Non è una provocazione. E' una banalizzazione della Shoah.
cercavo informazioni su lei e Vattimo e la vostra posizione sul Tibet ( ieri ho letto le parole del prof Macry sul "Corriere della sera" a commento del vostro appello ... )
ma non mi aspettavo - mi creda - di trovare sul suo blog robine come questa! Una provocazione? Non saprei. Perchè non ci spiega il perchè delle sue parole " Ecco chi sono veramente i difensori del Tibet" ? Lei davvero pensa che quel giovanotto della foto stia indossando un simbolo nazista ? Oppure quando insegna ai suoi studenti li "provoca" con tattiche simili? Lei e Vattimo siete molto interessanti. ( Provo ad immaginarvi ai tempi in cui eravate tanto di moda come "maestri" ... )
Vorrei ricordare l'opera di Hale Cristopher, "La crociata di Himmler. La spedizione nazista in Tibet nel 1938", Garzanti 2006, in cui l'autore ricostruisce la spedizione nazista in Tibet, partita dall'India nel 1938, organizzata da Heinrich Himmler. Lo scopo della spedizione era di ritrovare sulle montagne del Tibet le prove delle origini della razza ariana. Questo per ricollegarmi alle parole del professor Losurdo, così come riportate nell'articolo di Mario Baudino su "La Stampa" del giorno 11/04/2008: "«Il mito del Tibet contrapposto alla Cina l'ho trovato già in Gobineau, il teorico della razza. Tibetani ariani, quindi "bianchi". Questa stessa mitologia passa per il nazismo e secondo me arriva anche a quanti oggi contestano le Olimpiadi nella piazza dell'Occidente". Un approfondimento sull'opera citata e sulla spedizione nazista in Tibet lo si può trovare in un sito di destra come http://www.centrostudilaruna.it/SSTibet.html.
Schlage die Trommel und fürchte dich nicht, / und küsse die Marketenderin! / Das ist die ganze Wissenschaft, / das ist der Bücher tiefster Sinn. / Trommle die Leute aus dem Schlaf, trommle Reveille mit Jugendkraft, / marschiere trommelnd immer voran, / das ist die ganze Wissenschaft. / Das ist die Helgelsche Philosophie, / das ist der Bücher tiefster Sinn! / Ich habe sie begriffen, weil ich gescheit, / und weil ich ein guter Tambour bin.
Imperialismo e questione europea, La scuola di Pitagora, Napoli 2019
Qual è oggi il nemico principale, l'Unione Europea o quegli Stati Uniti rispetto ai quali l'Unione Europea potrebbe costituire un'alternativa, qualora si emancipasse dall'egemonia americana e superasse la sua costituzione borghese?
Memoria di Hegel, critica del liberalismo e ricostruzione del materialismo storico in D. Losurdo
La prima esposizione completa delle principali tematiche affrontate da Losurdo
Il marxismo occidentale
Come nacque, come morì, come può rinascere: Laterza, Roma-Bari 2017
Un mondo senza guerre
L'idea di pace dalle promesse del passato alle tragedie del presente, Carocci 2016
La Sinistra assente. Una breve presentazione
Domenico Losurdo: La sinistra assente. Crisi, società dello spettacolo, guerra, Carocci, Roma 2014
Le promesse del 1989 di un mondo all’insegna del benessere e della pace non si sono realizzate. La crisi economica sancisce il ritorno della miseria di massa anche nei paesi più sviluppati e inasprisce la polarizzazione sociale sino al punto di consentire alla grande ricchezza di monopolizzare le istituzioni politiche. Sul piano internazionale, a una «piccola guerra» (che però comporta decine di migliaia di morti per il paese di volta in volta investito) segue un’altra. Per di più, all’orizzonte si delinea il pericolo di conflitti su larga scala, che potrebbero persino varcare la soglia nucleare. Più che mai si avverte l’esigenza di una forza di opposizione: disgraziatamente in Occidente la sinistra è assente. Come spiegare tale assenza? Come leggere il mondo venutosi a costituire dopo il 1989? Attraverso quali meccanismi la «società della spettacolo» riesce a legittimare guerra e politica di guerra? Come costruire l’alternativa? A queste domande s’impegna a rispondere Domenico Losurdo con un’analisi originale, spregiudicata e destinata a suscitare polemiche.
Democrazia cercasi: dai primi di settembre in libreria
Possiamo ancora parlare di democrazia in Italia? Mutamenti imponenti hanno svuotato gli strumenti della partecipazione popolare, favorendo una forma neobonapartistica e ipermediatica di potere carismatico e spingendo molti cittadini nel limbo dell’astensionismo o nell’imbuto di una protesta rabbiosa e inefficace. Al tempo stesso, in nome dell’emergenza economica permanente e della governabilità, gli spazi di riflessione pubblica e confronto sono stati sacrificati al primato di un decisionismo improvvisato. Dietro questi cambiamenti c’è però un più corposo processo materiale che dalla fine degli anni Settanta ha minato le fondamenta stesse della democrazia: il riequilibrio dei rapporti di forza tra le classi sociali, che nel dopoguerra aveva consentito la costruzione del Welfare, ha lasciato il campo ad una riscossa dei ceti proprietari che nel nostro paese come in tutto l’Occidente ha portato ad una redistribuzione verso l’alto della ricchezza nazionale, alla frantumazione e precarizzione del lavoro, allo smantellamento dei diritti economici e sociali dei più deboli. Intanto, nell’alveo del neoliberalismo trionfante, si diffondeva un clima culturale dai tratti marcatamente individualistici e competitivi. Mentre dalle arti figurative alla filosofia, dalla storia alle scienze umane, il postmodernismo dilagava, delegittimando i fondamenti e i valori della modernità – la ragione, l’eguaglianza, la trasformazione del reale… - e rendendo impraticabile ogni progetto di emancipazione consapevole, collettiva e organizzata. É stata la sinistra, e non Berlusconi, il principale agente responsabile di questa devastazione. Schiantata dalla caduta del Muro di Berlino assieme alle classi popolari, non è riuscita a rinnovarsi salvaguardando i propri ideali e si è fatta sempre più simile alla destra, assorbendone programmi e stile di governo fino a sostituirsi oggi integralmente ad essa. Per ricostruire una sinistra autentica, per riconquistare la democrazia e ripristinare le condizioni di una vasta mediazione sociale, dovremo smettere di limitare il nostro orizzonte concettuale alla mera riduzione del danno e riscoprire il conflitto. Nata per formalizzare la lotta di classe, infatti, senza questa lotta la democrazia muore.
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Emiliano Alessandroni: Ideologia e strutture letterarie, Aracne Editrice
Che cos'è esattamente il bello? È possibile procedere ad una sua decodificazione? Che significato racchiude il termine ideologia? E quale rapporto intrattiene con la letteratura, ovvero con le sue strutture? Come giudicare il valore di un'opera? A questi come ad altri quesiti questo libro intende fornire una risposta, contrastando, con la forza del ragionamento e il supporto dell'analisi testuale, quegli assunti diffusi (“il bello è soltanto soggettivo!”) e quelle opinioni consolidate (“tutto è ideologia!” o “le ideologie sono morte!”) che finiscono per disorientare chiunque si trovi, per via diretta o indiretta, a confrontarsi con tali problematiche. Un saggio di ampio respiro tra filosofia, storia, critica letteraria e teoria della letteratura.
Domenico Losurdo: Das 20. Jahrhundert begreifen, PapyRossa Verlag
Dass die Oktoberrevolution mit ihren Folgen zu den Grundübeln des 20. Jahrhunderts gehöre, gilt häufig als selbstverständlich. Hand in Hand geht damit eine Verklärung der vorrevolutionären liberalen Gesellschaften. Zu wenig beachtet wird ihr Ausschluss der Frauen aus dem politischen Leben, ihre Einschränkung der politischen Rechte breiter Bevölkerungsmassen sowie ihr Kolonialismus und Rassismus. Unbeachtet bleibt, dass die Überwindung dieser drei großen Diskriminierungen ohne den Oktober 1917 kaum denkbar wäre. Dies rückgängig zu machen und die Rassendiskriminierung noch zu verschärfen, war das Ziel des Nazismus. In seinem Kolonialreich hatten die »Eingeborenen« Osteuropas einerseits die Rolle der Indianer zu spielen, die es zu dezimieren galt, andererseits die der Schwarzen, die als Sklaven im Dienste der Herrenrasse arbeiten mussten. Stellt die Kategorie »Totalitarismus« die angehenden Sklavenhalter und ihre Opfer auf eine Stufe, schweigt sie sich aus über die Gräuel der kolonialen Tradition.
Il nuovo libro di Domenico Losurdo
La lotta di classe. Una storia filosofica e politica, Laterza, Roma-Bari 2013
Dialettica, storia e conflitto. Il proprio tempo appreso nel pensiero
VII Congresso della Internationale Gesellschaft Hegel-Marx, Urbino, 18-20 novembre 2011
Domenico Losurdo: La non-violenza. Una storia fuori dal mito, Laterza, Roma-Bari 2010
10 commenti:
Prof. Losurdo, non può essere che l'Ansa abbia ripreso quella foto da un circuito internazionale? A giudicare dalla persone che stanno intorno al giovane presunto neonazista non mi pare che si tratti di una periferia urbana delle nostre capitali. Può essere per esempio che quella foto sia stata scattata in qualche posto dell'Asia, dove la svastica ha un altro valore e una storia ben distinta da quella europea? Magari che quel giovane sia un simpatizzante del Falung Gong piuttosto che della Hitler Jugend? Apprezzo le critiche articolate, un po' meno le distorsioni...
...certo l'ignoranza ....oppure la cattiva fede....,ma tanto questo blog non se lo fila nessuno........
miserieeeeee...............
RAZZISMO DEL DALAI LAMA
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Il Dalai Lama accusa la Cina di "aggressione demografica" per l'immigrazione di cittadini cinesi nel Tibet. Una accusa disvelatrice
di una concezione di razzismo etnico che vorrebbe riservare ad una popolazione di 2.228.400 persone un territorio di un milione e duecentomila chilometri quadrati pari a Italia,.Francia e Germania messi insieme. Due abitanti per chilometro quadrato!!
I cinesi sono un popolo di emigranti presenti in tutto il mondo. Non si capisce perchè non dovrebbero stare nel Tibet che è una regione autonoma della Cina e che ha una millenaria comunanza culturale con essa.
L'accusa grottesca di aggressione demografica avviene nel pieno della globalizzazione di tutte le culture e di tutte le popolazioni del pianeta. Insomma il Tibet dovrebbe essere zona proibita a tutti i non autoctoni: Si dovrebbe preservare la purezza della razza e stabilire una volta per tutti che il Tibet può essere abitato soltanto da Tibetani. Le proteste inscenate dai monaci tibetani che hanno provocato la dura reazione cinese sono di natura etnica. I monaci hanno tentato un vero e proprio pogrom contro i cittadini cinesi
ed i loro beni riuscendo ad uccidere venti persone ed ad incendiare molti negozi ed abitazioni.
Noto con preoccupazione la pressione politica e mediatica di tutto l'Occidente verso la Cina che dovrebbe umiliarsi ricevendo il Dalai Lama e con ciò riconoscendogli lo status di legittimo rappresentante del popolo tibetano. Dalai Lama è un uomo ambiguo che dice di non volere l'indipendenza ma fa riferimento ad un governo ed un parlamento che la diaspora tibetana ha costituito all'estero.
Il progetto di indipendenza del Tbet viene perseguito dagli Usa ma purtroppo anche dall'Europa che partecipa all'obiettivo della spoliazione della Cina dei suoi diritti sul Tibet. Il movimento indipendentistico tibetano, largamente finanziato dalla Cia e sostenuto dalle maggiori cancellerie occidentali, si inscrive in un a linea di frammentazione della Cina e della Russia che fa leva sulle
etnie e sulle religioni. Si fomentano i musulmani del sud della Russia. La esperienza del Kosovo diventato indipendente ed abitato dalla sola etnia albanese e musulmana che ha umiliato la Serbia
ha innescato processi disgregativi in tutto il mondo. Anche la religione cattolica serve da ariete per la frammentazione come ab biamo visto a Timor Est con la costituzione di una enclave cattolica nell'indonesia musulmana.
La strategia statunitense non si fa scrupolo di utilizzare le religioni per il perseguimento dei suoi fini di divisione ed indebolimento degli Stati che considera potenziale nemici. In kossovo ha usato i musulmani dell'UCK ed in Tibet o in Birmania usa i monaci tibetani
come agenti di destabilizzazione. Molti di questi monaci vengono addestrati in basi militari e strategiche collocate nel Colorado.
Che differenza c'è tra la visione della immigrazione del Dalai Lama e quella dei xenofobi europei? Entrambi temono la contaminazione culturale e religiosa ed il meltingpot. Entrambi vogliono la purezza
della razza e l'isolamento culturale.
Ogni giorno di più l'Occidente in grande parte unificato volente o nolente alla politica di aggressione imperialistica e colonialistica degli Usa si avvicina ad una guerra sempre più estesa. La guerra regionale del Medio Oriente diventa una retrovia dello scenario
ben più sterminato del conflitto con i grandi paesi dell'Asia.
Pietro Ancona
www.spazioamico.it
http://pietro-ancona.blogspot.com/
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
la foto è tratta dal sito ansa..che afferma che è stata scattata duranta una manifestazione di esuli tibetani a New Delhi (infatti dietro al tizio in primo piano con la svastica, che non è un simbolo esclusivamnte nazista,vi è un manifestante che ha chiaramente la bandiera tibetana). Il NYT ne fa accenno
http://www.nytimes.com/2008/04/01/
world/asia/01india.html
Non dubito che il prof. Losurdo sappia perfettamente della svastica nella cultura indiana e asiatica. E non penso credesse dunque che quel giovane sia un neonazista. La sua era una provocazione, immagino. E ho provato, senza successo, a provocarlo a mia volta. Perché il punto è in verità un altro: ma è possibile che ogni cosa debba avere il suo sommo insulto nel duopolio storico-ideologico nazismo-stalinismo. Non è possibile evidenziare le contraddizioni e le storture senza fare paragoni impropri. "Nazista!" "Stalinista!" Che forse le idee del Dalai Lama possano essere accostate alle teorie della purezza della razza naziste? Non è una provocazione. E' una banalizzazione della Shoah.
La svastica in oriente è un segno beneaugurante e rappresenta il sole, non ha niente a che fare col nazismo!!!
grazie professore, ora so che anche in un nazista può esiste una scintilla di umanità e che gli fa fare la cosa giusta.
Caro professore,
cercavo informazioni su lei e Vattimo e la vostra posizione sul Tibet ( ieri ho letto le parole del prof Macry sul "Corriere della sera" a commento del vostro appello ... )
ma non mi aspettavo - mi creda - di trovare sul suo blog robine come questa! Una provocazione? Non saprei. Perchè non ci spiega il perchè delle sue parole " Ecco chi sono veramente i difensori del Tibet" ?
Lei davvero pensa che quel giovanotto della foto stia indossando un simbolo nazista ? Oppure quando insegna ai suoi studenti li "provoca" con tattiche simili?
Lei e Vattimo siete molto interessanti. ( Provo ad immaginarvi ai tempi in cui eravate tanto di moda come "maestri" ... )
@mpp: prova a spiegarlo a chi ha perso qualcuno in un campo di sterminio.....
Vorrei ricordare l'opera di Hale Cristopher, "La crociata di Himmler. La spedizione nazista in Tibet nel 1938", Garzanti 2006, in cui l'autore ricostruisce la spedizione nazista in Tibet, partita dall'India nel 1938, organizzata da Heinrich Himmler. Lo scopo della spedizione era di ritrovare sulle montagne del Tibet le prove delle origini della razza ariana.
Questo per ricollegarmi alle parole del professor Losurdo, così come riportate nell'articolo di Mario Baudino su "La Stampa" del giorno 11/04/2008: "«Il mito del Tibet contrapposto alla Cina l'ho trovato già in Gobineau, il teorico della razza. Tibetani ariani, quindi "bianchi". Questa stessa mitologia passa per il nazismo e secondo me arriva anche a quanti oggi contestano le Olimpiadi nella piazza dell'Occidente".
Un approfondimento sull'opera citata e sulla spedizione nazista in Tibet lo si può trovare in un sito di destra come http://www.centrostudilaruna.it/SSTibet.html.
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