Riprendiamo da ism-italia.org, il gruppo di supporto italiano dell‘International Solidarity Movement (ISM)
palestinese. [DL].
In questi giorni l'attenzione si è concentrata sulle vittime civili del
massacro genocidario israeliano a Gaza. Secondo i dati del 3 agosto del
Palestinian Center for Human Rights sono stati assassinati da un esercito di
criminali 1.545 civili, mentre 272 sarebbero i guerriglieri palestinesi
uccisi.
Non possiamo, non dobbiamo dimenticare che la Resistenza dei
fedayyin palestinesi è stata superiore ad ogni previsione provocando, secondo i
dati ufficiali israeliani, almeno 64 morti tra i soldati israeliani.
La Resistenza palestinese non si è lasciata trovare
impreparata, ha adottato le tecniche di guerriglia degli Hezbollah e dei
Vietcong e ha tenuto in scacco uno degli eserciti più forti del mondo.
Ci siamo trovati di fronte a una Intifada dei razzi, come l'ha
chiamata Abdel Bari Atwan, a una Intifada dei tunnel e a una Intifada popolare.
Il morale e la determinazione dei palestinesi di Gaza non è stato fiaccato dalla
ferocia dell'attacco israeliano.
Il massacro continua. La Resistenza continua.
Noi assistiamo da lontano, nelle pieghe di un mese estivo e
festivo, misurando nel quotidiano la nostra impotenza e il cinismo della nostra
classe politica (un miserabile è andato al Cairo a incontrare l'autore di un
colpo di stato militare, ripetendo una richiesta risibile e vergognosa di un
altro miserabile, il presidente americano, di liberare il soldato israeliano che
sembrava essere stato fatto prigioniero - rapito nel lessico osceno dei
miserabili -, mentre in Italia in combutta con un noto pregiudicato sta
attentando alla nostra costituzione).
La Resistenza palestinese costituisce, in questi tempi oscuri,
una lezione morale e una lezione politica.
In silenzio le rendiamo un omaggio commosso e consapevole.
Alfredo Tradardi
Torino, 3 agosto 2014
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