Gentile Professor Losurdo,
se le fosse possibile sprecare tempo per quella che ha indubbiamente le dimensioni di una bagatella, le vorrei chiedere un parere sull'iniziativa intrapresa dalla rivista Libertiamo, l'aggregatore Tocqueville e, insieme ad altri, parlamentari come Benedetto della Vedova e Antonio Martino, iniziativa volta a chiedere che nelle città italiane vengano intitolate vie a Ronald Reagan, defunto presidente degli USA.
Più che un commento sull'iniziativa in sé, la pregherei di farne uno sulla ricostruzione storica che i promotori fanno sia della vita di Reagan sia del contesto storico in cui agì.
A tal proposito mi permetto di riprodurre, più sotto, una scheda tratta dal sito The Right Nation, che esemplifica tale ricostruzione.
La ringrazio vivamente per l'eventuale tempo che vorrà dedicarmi.
Cordiali saluti.
Domenico D'Amico
di Stefano Magni, da therightnation.it
DL A p. 239 del mio libro su Stalin riferisco di un articolo pubblicato dall’«International Herald Tribune»:
«L’autore [Safire] riferisce compiaciuto “in che modo una campagna Cia di sabotaggi dei computer, sfociata [nel 1974] in una enorme esplosione in Siberia – il tutto organizzato da un economista di modi gentili, chiamato Gus Weiss – aiutò gli Stati Uniti a vincere la guerra fredda”».
Nel 1974 presidente era Nixon o Ford. La campagna di sabataggio si intensifica con Reagan.
E’ un punto su cui conviene riflettere. Non pochi a sinistra hanno una visione assai primitiva del conflitto politico-socale. Non riescono a scorgerlo quando esso assume una forma essenzialmente economica e vede come protagonista un paese in lotta per lo sviluppo e l’indipendenza (anche tecnologica), ed ecco allora che spiegano il crollo dell’Urss semplicemente con l’«implosione». Oppure non riescono a comprendere il profondo significato antimperialista della lotta condotta dal Partito Comunsta Cinese per spezzare il monopolio tecnologico dell’Occidente.
Eppure si tratta della lotta di classe forse più importante di questo inizio del XXI secolo…
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