Dopo l'intervento su Fidel Castro e l'Iran, alcuni lettori avevano scritto chiedendo precisazioni. Ecco la risposta di Domenico Losurdo [SGA].
L’Iran organizzò a Teheran (10-12 dicembre 2006) una Conferenza internazionale sul tema: «Discutere l’Olocausto: una prospettiva internazionale».
Ora una cosa è storicizzare l’ebreicidio e denunciare l’uso politico che ne fa Israle ai fini della legittimazione del suo espansionismo e delle sue pratiche colonialiste e razziste; una cosa del tutto diversa è bagattelizzare o negare l’ebreicidio. A Teheran c’era purtroppo anche Robert Faurisson che, preso da foga negazionista, giunse sino al punto di affermare: «Giammai Hitler ha ordinato o permesso di uccidere una persona in ragione della razza o della religione» (Robert Faurisson, Vittorie revisioniste, Effepi, Genova, 2007, p. 12). Certo, queste dichiarazioni sono di Faurisson non di Ahmadinejad: resta il fatto che il secondo ha compiuto un grave errore invitando il primo.
Questa mia critica a Faurisson non intende in alcun modo gustificare le persecuzioni amministrative e giudiziarie che egli, assieme ad altri negazionisti, subisce. A p. 265 del Linguaggio dell’Impero è scritto: «Mentre Irving, nel momento in cui scrivo, è in carcere, Keegan [che giustifica o celebra lo sterminio dei pellerossa] e altri autori del suo stesso orientamento godono di grande prestigio e dell’ospitalità sulla più accreditata stampa internazionale: è un motivo in più per essere scettici sulla via giudiziaria alla verità storica».
La «verità storica», cioè, dev’essere indagata liberamente. Mentre condanno in quanto liberticide le persecuzioni (peraltro selettive) contro i «negazionisti», ritengo necessario criticare sino in fondo le loro distorsioni storiche: si veda il mio saggio Condanna dell’ebreicidio e condanna delle infamie coloniali del Terzo Reich. Vera e falsa critica del negazionismo, in «L’Ernesto. Rivista comunista», 2007, pp. 82-85 [D.L.].
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