domenica 11 giugno 2023

Non esiste nessun "centro studi" ma solo un'operazione di piccolo cabotaggio politico. Non strumentalizzate il nome e la memoria di Domenico Losurdo

di Stefano G. Azzarà, Università di Urbino

 

Sinora avevo evitato di commentare questa notizia gradevole quanto una grattugia arrugginita negli zebedei ma siccome rimbalza da più parti e vengo sollecitato da parecchi, che sono rimasti stupiti e mi chiedono spiegazioni, mi trovo costretto a prendere posizione, anche per evitare sgradevoli equivoci.

Non aderiro a questa iniziativa che ritengo piratesca, condotta in segreto nello stile da carbonari e approfittatori che è tipico di chi l'ha ordita.

Un gruppuscolo insignificante di reduci da mille sconfitte che non ne ha mai azzeccata una e ha spaccato tutti i partiti in cui ha militato, flirtando per un tratto anche con Marcorizzo e sposando opportunisticamente alla bisogna posizioni socialscioviniste, a diversi anni dalla morte si alza una mattina, disperato e senza prospettive politiche, e associa il nome di Domenico Losurdo alla propria pochezza intellettuale e mancanza di fantasia.

Con quale coraggio si propongano addirittura un centro studi non si capisce. O meglio si capisce benissimo, perché questo non è affatto un centro studi ma una pomposa finzione fatta per la propaganda in una minuscola guerra  tra fazioncine preistoriche di cui nessuno conosce l'esistenza.

Qui non si rende onore al pensiero di Losurdo, come viene detto, ma lo si trascina nel fango. Invece di mantenerne la memoria in un ambito scientifico elevato lo si abbassa al livello di un'operazione di piccolo cabotaggio politico - sempre la stessa da 30 anni, compresa la raccolta di firme estorte per estenuazione della vittima - e si cerca di lucrare sulla sua aura intellettuale, oltretutto con mezzi subdoli, per trarne una autorevolezza altrimenti assente ma comunque illusoria.

Losurdo ha sempre invitato a unire, qui invece si divide ulteriormente un campo già devastato e si prefigura forse l'ennesimo inutile micropartito personale.

Losurdo ha sempre messo in guardia dal populismo e questi sciagurati si affidano invece a riferimenti che sono totalmente estranei al marxismo e che del populismo e delle posizioni "oltre destra e sinistra" hanno fatto almeno per un lungo tratto la loro bandiera, flirtando con esponenti di estrema destra e sostituendo Polanyi a Marx, la geopolitica al leninismo.

Oltre a un certo numero di sciroccati e di illustri professori presso l'Università della Vita, tra gli aderenti leggiamo di persone che hanno parlato di "esercito industriale di riserva" a proposito dei migranti, rispetto ai quali invece losurdo ha sempre sostenuto che fosse dovere dell'Occidente accoglierli in quanto vittime di secoli di colonialismo. Troviamo fanatici della Madre Russia. Troviamo eurasiatisti ammiratori di Dugin. Troviamo collaboratori di una testata online che a suo tempo salutava con favore il governo gialloverde ossia quello di Salvini ministro degli interni, perché lo giudicava "antisistema".

Certa gente non capisce mai quando è l'ora di dire basta e non si rassegna mai al fatto che il tempo debito è ormai passato.

Mentre sul piano politico c'era poco di diverso da aspettarsi, ad offendere su quello morale e a provocare sconcerto e dolore è soprattutto il metodo ingannatorio con il quale hanno raccolto alcune adesioni facendo leva sui sentimenti. Costoro non si fermano davanti a nulla che abbia valore umano e non hanno alcun rispetto per nessuno.

Purtroppo, per quanto mi riguarda questa iniziativa mette in discussione il senso e la sussistenza stessa del Gruppo di ricerca interuniversitario che a Losurdo era intitolato presso il mio dipartimento all'università di Urbino. Un Gruppo che ha già prodotto e stava per produrre diverse pubblicazioni di rilievo, oltre a gestire il Premio Internazionale, e che a mio avviso non è il caso di abbassare ad una competizione o peggio di mettere in confusione con iniziative simili. Chi vorrà portarlo avanti dovrà trovargli una nuova sede.

In generale, ritengo che il nome di losurdo vada mantenuto e difeso - anche con una bella diffida legale, fosse per me - nel contesto che merita e cioè in ambito accademico, come nel mio minuscolo ho cercato di fare in questi anni. E che in ambito politico se ne possa parlare, semmai, se e quando saremo di nuovo uniti in una casa comune, così da evitare che qualcuno se ne appropri indebitamente, lo umili e ne faccia strumento di parte, come accade in questo caso.

Vedremo cosa ci riserverà il domani. La vita va avanti, le cose cambiano e nessuno è indispensabile. Ma intanto vi consiglio di rimanere alla larga da questa cosa e di non farvi infinocchiare.

mercoledì 22 marzo 2023

Premiazione dei vincitori della terza edizione del Premio internazionale "Domenico Losurdo", giovedì 30 marzo 2023

Registrazione della premiazione

https://uniurb-it.zoom.us/rec/share/YHywA7jsfitycsUDeVFZZhw-PcSIpxkYOjUoZVYKhretjVKpXEvMSzpY35e_xwmj.oaSX0gAgs8CQHvuK
Codice d’accesso: meD!RG4A



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Link diretto: https://uniurb-it.zoom.us/j/89559718431?pwd=VjFsdXE5eUMwQ00yRTVMekY3QzVqZz09

lunedì 20 febbraio 2023

I vincitori della terza edizione del Premio Losurdo. Premiazione giovedì 30 marzo presso l'Università di Urbino e online

Comunichiamo gli autori e i saggi che sono risultati vincitori della terza edizione (2022) del Premio Internazionale Domenico Losurdo:

 

Primo premio
Gregor Schäfer (Universität Basel): Spekulative Vernunft und die Möglichkeit Befreiender Veränderung. Hegelianische Perspektiven

Secondo premio
Phillip Becher e Kevin Rösch (Universität Siegen): Der Hayek-Schmitt-Nexus. Neoliberalismus und Neue Rechte im antidemokratischen Konsens

Terzo premio
Pieter De Corte (Catholic University of Louvain and Sorbonne University.): Nietzsche et la critique de la modernité démocratique

 

La premiazione si terrà in modalità mista presso l'Università di Urbino e tramite collegamento remoto giovedì 30 marzo, dalle ore 16.00, e sarà preceduta da una prolusione del prof. Francesco Fistetti, dell'Università di Bari.

I testi vincitori verranno pubblicati sul prossimo numero della rivista scientifica "Materialismo Storico".

lunedì 3 gennaio 2022

Premiazione dei vincitori della seconda edizione del Premio internazionale "Domenico Losurdo", venerdì 14 gennaio 2022

Registrazione della premiazione

Link Zoom:
https://uniurb-it.zoom.us/j/81835255423.


La commissione valutatrice della seconda edizione del Premio Internazionale Domenico Losurdo ha concluso i suoi lavori.

Vincitore del primo premio è Igor Shoikhedbrod, PhD, Assistant Professor of Political Science & Law, Justice & Society alla Dalhousie University, con un lungo saggio dal titolo From Hegel to Nietzsche: Losurdo’s Critical Entanglements with Liberalism.

Al secondo posto Gabriele Schimmenti, con un saggio dal titolo Larte è morta. Viva larte! La politicizzazione dellestetica da Hegel a Marx.

Al terzo posto, ex aequo:

Rita Matos Coitinho, con un saggio dal titolo Imperialismo e opressão racial na metrópole. Ensaio de interpretação sociológica.

Matilde Cazzola, con I missionari dell’ordine. Pensiero e amministrazione nell'Impero britannico (secoli XVIII-XIX), monografia in corso di stampa presso la casa editrice il Mulino di Bologna.

I premi, finanziati dalla famiglia Losurdo, verranno conferiti venerdì 14 gennaio 2022, presso il Dipartimento di studi umanistici dell'Università di Urbino, Palazzo Albani, via Bramante 17. Se la situazione sanitaria lo renderà opportuno la premiazione si svolgerà on line.

L'evento sarà inaugurato da una relazione del prof. Michele Prospero, ordinario di Filosofia politica presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università “La Sapienza” di Roma, dove insegna Scienza della politica e Filosofia dell'opinione pubblica. I vincitori esporranno poi i loro lavori e li discuteranno con il Gruppo di ricerca, con i docenti ospiti e con tutti coloro che vorranno seguire la premiazione.

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Programma (venerdì 14 gennaio 2022, inizio ore 16.00)

 Link Zoom: https://uniurb-it.zoom.us/j/81835255423

Apertura dei lavori
Giorgio Grimaldi, coordinatore del Gruppo di ricerca internazionale “Domenico Losurdo”

Intervento di Federico Losurdo

Saluto del prof. Francesco Fistetti (Università di Bari)

Assegnazione del premio
I giudizi della commissione saranno esposti da Giorgio Grimaldi, Stefano G. Azzarà, Emiliano Alessandroni, Anderson Deo.

Intervento del prof. Michele Prospero (Università “La Sapienza” di Roma).

Interventi dei vincitori del premio.

Discussione delle relazioni

Annuncio della presentazione del volume di Domenico Losurdo La questione comunista. Storia e futuro di un'idea, a cura di G. Grimaldi, Carocci, Roma 2021.

Annuncio della Terza edizione del Premio internazionale "Domenico Losurdo".



Due iniziative losurdiane il 14 e il 21 gennaio

 


martedì 14 settembre 2021

Domenico Losurdo: "La questione comunista". Il lavoro del Gruppo di ricerca internazionale sugli archivi e gli inediti comincia a dare i suoi frutti

Domenico Losurdo: La questione comunista. Storia e futuro di un'idea, a cura di G. Grimaldi, Carocci, Roma 2021

Dopo la dissoluzione dell'URSS, il marxismo, in particolare in Occidente, è entrato in una crisi che appare irreversibile. Per uscire da questa crisi - che non è un "destino" -, Domenico Losurdo, fuori da ogni intento apologetico, articola in questo libro un bilancio storico-filosofico dell'esperienza sovietica e del marxismo nel suo complesso. Ma Losurdo compie anche un passo ulteriore: osserva il marxismo per individuare ciò che esso è capace di costruire in un futuro più o meno lontano.

giovedì 4 marzo 2021

L'edizione tedesca del "Marxismo occidentale"

Domenico Losurdo

Der westliche Marxismus
Wie er entstand, verschied und auferstehen könnte
Aus dem Italienischen von Christa Herterich

Neue Kleine Bibliothek 265
Paperback, 279 Seiten

Erschienen (Anfang Februar 2021)

ISBN 978-3-89438-694-8

»Westlicher Marxismus«, mit diesem Etikett werden sehr unterschiedliche Theoretiker versehen, gemeinsam ist ihnen die Abgrenzung zum »klassischen« oder »orthodoxen« Marxismus. Domenico Losurdo argumentiert, dass dem eine Loslösung von den epochalen Emanzipationskämpfen zugrunde liegt. Dies reiche zurück bis in die Periode, »in welcher der Erste Weltkrieg und die Russische Revolution theoretisch verarbeitet wurden«. Hier und nicht erst in der Stalin-Ära sucht er den Ursprung dieses Strangs der Marx-Diskussion. »Und wenn die Risse und die darauffolgende Entfremdung«, so fragt er, »außer auf die Unterschiedlichkeit der objektiven Situation und der kulturellen Tradition zurückgingen auf die theoretischen und politischen Grenzen vornehmlich des westlichen Marxismus?« Von dieser Frage ausgehend setzt er sich auseinander mit namhaften Theoretikern von Ernst Bloch, Max Horkheimer und Theodor W. Adorno über Louis Althusser und Michel Foucault bis zu Giorgio Agamben, Alain Badiou, Slavoj Žižek, Antonio Negri und Michael Hardt. Außerdem bezieht er Hannah Arendt in seine Betrachtung mit ein.

Domenico Losurdo, Prof. Dr. phil., 1941-2018. Lehrte bis zu seiner Emeritierung an der Universität Urbino/Italien. Zahlreiche Bücher, so über Hegel, Nietzsche, Gramsci oder Stalin, begründeten sein Renommee als international geachteter Philosoph und Historiker.

Inhaltsverzeichnis
Vorwort
Personenregister

martedì 2 marzo 2021

L'edizione inglese di "Democrazia o bonapartismo"

Democracy or Bonapartism
Two Centuries of War on Democracy
 

How democracy became a form of soft authoritarian rule

The history of the advent of universal suffrage is a fraught one. As late as the mid-twentieth century, it was still impeded by forms of censitary, racial and sexual discrimination, which proved especially stubborn in countries with the most rooted liberal traditions. Moreover, no sooner had universal suffrage been achieved that it was subject to internal depletion that reduced the exercise of political rights to the acclamation of a leader vested with very wide powers.

In and through a complex historical process, Bonapartism has assumed its current “soft” form, involving orderly competition and succession and resorting to the iron fist only in emergency situations. The electoral system most conducive to this regime seems to be one involving single-member constituencies. Cutting out organized parties with programmes and, courtesy also of the concentration of the mass media, depriving the subaltern classes of any political expression, it reduces “democracy” to a contest between competing leaders, who are the exclusive interpreters of local realities or interests, over and above which towers the figure of the nation’s charismatic leader. The United States represents the primary country-laboratory of the “soft Bonapartism” that has also emerged in Italy, and which seems set to become the political regime of our time.