Mi sono spesso domandato quali siano stati i momenti cruciali che hanno segnato  la mia vita e quella di tanti altri militanti comunisti della mia  generazione.
 Sovente, senza che neppure ce ne accorgiamo  le cose accadono da sole. Sembrano fatalità, coincidenze, ma sono in realtà  emozioni, vibrazioni, impulsi, momenti decisivi trasmessi dal mondo reale che ti  circonda, che alimentano la tua coscienza fino a formare un unico razionale  pensiero che poi ti guida nelle grandi scelte che la vita ti impone di  compiere. 
 Il 7 novembre 1941, 24° anniversario della  Rivoluzione d’Ottobre, è stato per me uno di quei momenti. Di cui conservo, 70  anni dopo, un ricordo indimenticabile. 
 Tutto sembrava perduto in quei giorni. Le  “democrazie” europee stavano crollando come cartapesta schiacciate dalle  divisioni corazzate del Terzo Reich e le croci uncinate dilagavano ovunque, il  fascismo e il terrore non conoscevano ostacoli, i regimi di Hitler e Mussolini  sembravano destinati a durare mille anni....
J. Stalin (testo): Discorso pronunciato alla rivista militare il 7 novembre 1941 sulla Piazza Rossa a Mosca 
da Stalin. Storia e critica di una leggenda nera:
"... senza essere uno specialista e tanto meno il genio dipinto dalla propaganda ufficiale, già negli anni che precedono lo scoppio della guerra Stalin si occupa intensamente dei problemi della difesa, dell’industria della difesa e dell’economia di guerra nel suo complesso. Sì, sul piano strettamente militare, solo attraverso tentativi ed errori anche gravi e «grazie alla dura prassi della quotidiana vita militare», egli «apprende gradualmente i principi della stategia»[1]. In altri campi, però, il suo pensiero si rivela «più sviluppato di quello di molti leader militari sovietici». Grazie anche alla lunga pratica di gestione del potere politico, Stalin non perde mai di vista il ruolo centrale dell’economia di guerra, e contribuisce a rafforzare la resistenza dell’Urss col trasferimento verso l’interno delle industrie belliche: «è pressoché impossibile sopravvalutare l’importanza di questa impresa»[2]. Grande attenzione il leader sovietico presta infine alla dimensione politico-morale della guerra. In questo campo egli «aveva idee del tutto fuori del comune», come dimostra la decisione «coraggiosa e lungimirante», presa nonostante lo scetticismo dei suoi collaboratori, di effettuare la parata militare di celebrazione dell’anniversario della rivoluzione d’ottobre il 7 novembre 1941, in una Mosca assediata e incalzata dal nemico nazista. In sintesi, si può dire che rispetto ai militari di carriera e alla cerchia dei suoi collaboratori in generale, «Stalin mostra un pensiero più universale»[3]."  

 
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