martedì 25 ottobre 2011

Costruzione del nemico ed esecuzioni extralegali da Lumumba a Gheddafi

Dear Domenico,
This is maybe the time also to remember Najibullah, indeed probably the first one this seemingly endless list of "dictators" hapilly thrown down by "the people", supported by "a little help" from some western friends (Milosevic, Saddam, Khadaffi...).
And indeed probably Najibullah's case already concentrates many of the disgusting traits of these times of ours. So, it would perhaps be good to think also on those distant events in the 90's.
João Carlos Graça, Lisbon, 24 Oct. 2011 

Domenico Losurdo
Hai pienamente ragione. Ma forse ad apertura di questo elenco si potrebbe inserire anche il grande leader africano che è stato Patrice Lumumba. A tale proposito il mio libro «La non-violenza. Una storia fuori dal mito» scrive:

Oggi sappiamo chi sono stati i responsabili dell’assassinio del leader africano. Siamo nel Congo del 1960: il paese di nuova indipendenza cerca di porre fine a un capitolo di storia coloniale, caratterizzato da un lato dall’«appetito maniacale per l’avorio e il caucciù», di cui danno prova le autorità belghe, e dall’altro dalle «mutilazioni, esecuzioni di massa», flagellazioni e torture orribili che «avevano dimezzato la popolazione nel giro di pochi anni». A cercare di aprire una nuova pagina è il primo ministro Patrice Lumumba, il quale però subito si imbatte in formidabili resistenze (orchestrate a partire da Bruxelles). Nel tentativo di superarle si rivolge all’Unione sovietica, e questo segna la sua condanna a morte: «l’amministrazione Eisenhower autorizza l’assassinio del primo ministro» congolese. L’esecuzione avverrà qualche tempo dopo, a opera di sicari locali che prima si divertono a torturare orribilmente il prigioniero, assistiti da funzionari belgi, che non vogliono rinunciare allo spettacolo

Le citazioni tra virgolette rinviano a: Urquhart B. (2001), The Tragedy of Lumumba, in «The New York Review of Books», 4 ottobre, pp. 4-7. Come si vede, è persino una prestigiosa rivista statunitense a confermare le infamie dell’imperialismo e di Eisenhower, oggi assunto nel pantheon dei campioni della libertà. Alle torture inflitte a Lumumba si possono paragonare le torture che hanno infuriato su Gheddafi e di cui i protagonisti indiretti sono stati Obama, Sarkozy e Cameron, altre tre intemerati campioni della libertà (il primo è stato persino insignito del premio nobile per la pace!).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Yes, I think it’s very appropriate to bring up the case of Lumumba and proceed to a confrontation with Khadaffi’s, all the more since they were both Africans, of course. As a matter of fact, that seems to be, alas, the sad collective trajectory of ours by these days. Back to colonial times; back, indeed, to the heart of darkness.
But then again, “il mondo della storia è fatto dagli uomini”, and so…
Saudações cordiais,
JCG

Anonimo ha detto...

Ho sempre ammirato Gheddafi (nel '69 avevo 17 anni) e dopo la sua eroica morte lo ammiro ancora di più. Non troveremo mai tra i nostri politicanti attuali uomini del suo spessore. Una cosa non ho mai capito. Per quale dannata ragione si mise dalla parte di Idi Amin nel conflitto Uganda Tanzania del 78 e non dalla parte di Nyerere. Achi meglio che ad uno storico porre la domanda?
Fabrizio