Jacques Vergès: "In Siria, occorre difendere lo stato attuale!"
di Louis Denghien
10/06/2011
Sostenitore instancabile, sotto il profilo giuridico e politico, dei resistenti al Nuovo Ordine Mondiale, Jacques Vergès, che abbiamo visto di recente al fianco di Roland Dumas nel bombardamento di Tripoli, ha accettato volentieri di riceverci per darci la sua opinione su quanto sta accadendo o potrebbe accadere in Siria. Un'analisi sincera della deriva geopolitica e morale dell'occidente unipolare statunitense e un ragionevole ottimismo sugli sviluppi in Siria e altrove.
- Innanzitutto, qual è la sua analisi della situazione in Siria?
- Jacques Vergès: E' in atto un chiaro tentativo di destabilizzazione esterno alla Siria. Nella regione l'Arabia Saudita tira le fila attraverso i gruppi salafiti che ispira e finanza. E, naturalmente, gli Stati Uniti supervisionano questo inizio di guerra civile. A mio parere è direttamente coinvolto anche Israele, stato confinante e nemico della Siria, che dispone di servizi di intervento e di intelligence significativi. Senza dimenticare il ruolo che gioca sul fronte diplomatico la Francia per screditare e isolare il regime siriano.
Non nego che ci siano problemi sociali in Siria. Anche la Francia ha seri problemi sociali e possiamo affermare che la società francese sta affrontando una serie di arretramenti. Ma i nemici interni ed esterni alla Siria baathista fanno di tutto per gettare benzina sul fuoco. Per quel che mi riguarda, sono indubbiamente molto amico della Siria attuale...
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