martedì 17 maggio 2011

Il Corriere della Sera riprende l'articolo del Financial Times sulla Controstoria del liberalismo

Losurdo, l’apologeta di Stalin elogiato dal «Financial Times»
Antonio Carioti - Corriere della sera Martedì 17 Maggio 2011
 
Non capita spesso che uno studioso italiano di matrice hegeliano-marxista, autore anche di un saggio in difesa di Stalin, venga ampiamente recensito in termini elogiativi sul «Financial Times», espressione autorevole del capitalismo anglosassone.
Ma evidentemente Domenico Losurdo, docente di Filosofia all’Università di Urbino, gode di più credito all’estero che in Italia, almeno a giudicare dal lungo articolo dedicato alla traduzione inglese della sua Controstoria del liberalismo (Laterza, 2005) da Peter Clarke, autore di saggi su Keynes e sulla storia britannica del Novecento. Il libro, con una vasta messe di citazioni, denuncia la vocazione elitaria del liberalismo classico, il cui impegno per l’affermazione dei diritti individuali rimase a lungo circoscritto nell’ambito della borghesia, escludendo le classi più umili e legittimando addirittura la schiavitù per gli appartenenti ai popoli di colore.
Clarke accetta questa ricostruzione, che pure in alcuni aspetti appare unilaterale, per volgerla in senso positivo. Se grandi pensatori del passato (da John Locke a Jeremy Bentham, da David Hume a Thomas Jefferson) hanno ritenuto che vaste categorie d’individui non dovessero godere dei diritti fondamentali per cui si battevano, queste «clausole d’esclusione» , osserva Clarke, non possono tuttavia essere ritenute «intrinseche ai valori centrali» del liberalismo. Quindi il libro di
Losurdo può essere utile per definire una visione politica più aperta e inclusiva.
D’altronde esistono molti tipi di liberalismo. E se, come ammette anche Losurdo, i liberali hanno saputo imparare dai loro avversari democratici e marxisti, fino a recepirne molte istanze, è perché la loro fiducia nello scambio delle idee, insieme alla consapevolezza di non possedere la verità assoluta, li predisponeva alla comprensione delle ragioni altrui. In fondo sta qui la vera grande forza del liberalismo, al di là delle umane incoerenze di tanti suoi esponenti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Italy, once an intellectual environment of strong Marxist influences, is today probably the epitome of a filo-Liberalism à outrance, where of course, and apart from academic squabbling and strict provincialism, you can easily detect lots of "Pentitism"... Hence the generalized mind policing , in fact the “Inquisitorial” mood so easily detectable. Hence also the geographical "displacement": Mon Dieu, in the other side of the channel (in the "free", "liberal" side) "he" is more considered than here! That is, "evidentemente Domenico Losurdo (...) gode di più credito all’estero che in Italia". And not just in England, where indeed he seems to have been prudently circumvented during lots of years. One ought to say, more truly: “England at last!” But see also Germany. See Brazil...
On the other hand, of course, if discussions become a matter of definition, everything and anyone may become a kind of “honorary Liberal”: even Domenico Losurdo, who knows?... The need to present the History of "really existing Liberalism" as an hagiography (the immense, repetitive facts notwithstanding) is so big, that... who knows? In the process of trying to persuade Fritz Lang to be the official Nazi propaganda director, and facing his stubborn negative, even claiming to have remote Jewish ancestry as an excuse, Goebbels is said to have retorted: “Herr Lang, it’s we who decide who is and who is not Jew...” And it is acknowledged that in the former White South Africa regime there were officially “honorary whites”... So, why not also an “honorary Liberal” here, all the more if the “race of masters”, the “Liberal race” recognizes him as such?...
Saudações cordiais.
Lisboa, 18 de Maio
João Carlos Graça