giovedì 24 marzo 2011

Sempre più evidenti le menzogne dell’imperialismo

By Huang Xiangyang, «China Daily», 2011-03-22
«L’azione militare congiunta delle potenze occidentali contro le forze del colonnello Gheddafi equivale a una guerra non dichiarata contro una nazione sovrana». «I discorsi sulle “indicicibili atrocità” commesse da Gheddafi hanno un suono simile alle accuse (di alcuni anni fa) relative allo sviluppo delle armi di distruziione di massa ad opera di Saddam Hussein».

Völkerrecht contra Bürgerkrieg
Ob man Diktatoren zum Teufel jagen soll, ist die eine Frage - selbstverständlich soll man das, so gut es geht. Man muss sich aber auch dem trostlosen Befund aussetzen: Die Intervention der Alliierten in Libyen steht auf brüchigem normativem Boden.
Von Reinhard Merkel, «Frankfurter Allgemeine Zeitung», 22. März 2011 2011-03-22
"Gheddafi non combatte contro civili. E’ illegale l’intervento militare dell’Occidente nella guerra civile libica"
[Ringraziamo Andreas Wehr per la segnalazione, DL]

di Andrea Malaguti, Stampa di lunedì 21 marzo 2011, pagina 7

by Mike Hamilton, Sunday Mirror 20/03/2011

Carissimo Prof.
condivido quanto dici su Libia e Obama. Sembri mio padre Sergio. Sei purtroppo uno dei pochi che dicono le cose come stanno. Che tristezza Napolitano! Ricordo sempre le parole di Sergio Bellone: "speriamo che Napolitano non faccia carriera, è il peggior compagno che conosco".
un caro saluto
Boris Bellone

[Sergio Bellone, condannato a 14 anni di carcere dal Tribunale speciale fascista, nel 1940, in quanto iscritto al partito comunista d'Italia. Liberato dopo il 25 luglio 1943, fu tra gli organizzatori della Resistenza in Piemonte, tra le formazioni Garibaldine. Esperto in esplosivi in quanto ingegnere minerario, fu protagonista nel sabotaggio delle linee ferroviarie che collegano l'Italia alla Francia. Nominato responsabile quindi del sabotaggio e controsabotaggio per il Piemonte dal CLNAI. Libertario e terzomondista e anticolonialista, ha lavorato come ingegnere nelle miniere jugoslave dopo la Liberazione. Testimone della grande tolleranza in Kosovo, dove lavorava a fianco di Serbi, Croati, Albanesi e altre minoranze immerso nell'entusiasmo e nella fratellanza. Scandalizzato per l'attacco infame alla Jugoslavia durante il governo D'Alema]

DL Il presidente naplitano sta svolgendo un ruolo molto positivo nel contrastare le manvre secessioniste della Lega. Ma, per quanto riguarda la poltica internazionale… Rinvio a quello che ho scritto nel 1991, in occasione della prima guerra del Golfo (lo si può leggere ora in: «Marx e l bilancio storico del Novecento», La scuola di Pitagora editrice, Napoli 2009):

« In Italia, la spedizione anti-irakena ha coinciso con la fondazione del Partito Democratico della Sinistra e l'emergere nel suo seno di un'agguerrita ala «riformista» che si è distinta per la netta presa di distanza da un'agitazione pacifista subito bollata come demagogica e priva di senso di responsabilità nei confronti della nazione e dei suoi impegni di politica internazionale. Napolitano e i suoi ideologi sono venuti così a collocarsi nel solco di una tradizione che ha conosciuto il suo momento culminante nel corso del primo conflitto mondiale»

5 commenti:

Luigi ha detto...

Caro Professore, lei è stato tra i primi a dire delle parole chiare e condivisibili sull'ennesima guerra umanitaria. Mi costa molto ammettere, tra l'altro, che uno dei pochi articoli buoni è apparso sul "Foglio" di Ferrara a firma di Massimo Boffa. Non so lei, ma la gravità di quest'intervento è assimilabile a quella dell'intervento in Kosovo, più che in Afghanistan.

Sul mio blog ho pubblicato un'analisi più o meno simile a quella di Boffa, spero trovi il tempo di leggerla. Saluti.

Anonimo ha detto...

Caro proff.,

le segnalo anche questo breve franco intervento di Zolo, che da un altra prospettiva, offre alcune riflessioni interessanti: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=37973

Saluti, E. (aff. lettrice)

Anonimo ha detto...

breve ma franco

Anonimo ha detto...

consiglio pure questo di Zolo (24 marzo): "Il vento di rivolta che ha investito i paesi del Maghreb e del Masrek, dalla Tunisia alla Libia, all’Egitto, allo Yemen, al Bahrein, non annuncia una nuova primavera delle popolazioni arabo-islamiche. La libertà, la democrazia, la giustizia, un minimo di benessere sono un sogno ancora molto lontano. I loro nemici sono potenti".

"La guerra che l’altro ieri gli Stati Uniti, assieme ai loro alleati europei, hanno scatenato contro la Libia è la prova della loro volontà di porre sotto il proprio controllo l’intera area mediterranea oltre che il sudest asiatico".

"Gli Stati Uniti cercano di nascondere la loro vocazione neocoloniale e neoimperiale sotto il mantello dell’ennesima humanitarian intervention".

per intero at http://tysm.org/?p=6661

Renato ha detto...

Anche io trovo molto significative e importanti le lucide analisi del prof. Losurdo sull'aggressione imperialista alla Libia. Ho solo un piccolo dubbio sull'efficacia dell'azione svolta dal capo dello Stato nel contrastare il pericolosissimo secessionismo leghista. Non solo perché il partito, di cui è espressione, ha fatto tramite il suo stesso segretario una proposta indecente sul federalismo sulla Padania (che oggettivamente favorisce le mire secessioniste), ma perché nel momento in cui l'attuale governo, ostaggio della lega, non aveva più i numeri per governare, il presidente ha concesso una quantità di tempo tale da consentire al capo del governo la sua "campagna acquisti".