Non affronteremo il mondo in modo dottrinario, con
un nuovo principio:
qui è la verità, qui inginocchiati -Marx
Nel suo ultimo
lavoro (“La sinistra assente”) il
filosofo Domenico Losurdo analizza lo stato della “sinistra”, riconoscendola sorda alle ragioni dei Paesi emergenti, in
quanto vittima di limiti culturali... e cita opportunamente Marx: le
idee dominanti sono le idee della classe dominante, la classe che detiene il
monopolio della produzione materiale, ha anche il monopolio della produzione
intellettuale.
In questo quadro, la “sinistra” si mostra
costantemente e desolatamente priva di autonoma capacità critica; anzi, solerte
eco della “produzione intellettuale” dominante: dal lacrimare sulle giuste,
inevitabili guerre umanitarie, al
disinteresse per tutto quanto di nuovo (ed anche rivoluzionario) si elabora
nella periferia dell’impero, fino all’entusiastico abbraccio ai nuovi eroi, i
“dissidenti” di quei “regimi” che pretendono percorrere nuovi sistemi di organizzazione
economica e sociale.
Così, ad esempio, quanto di antimperialista si sta
elaborando e attuando in gran parte del continente latinoamericano non
raccoglie che scettiche e irridenti sopracciglia alzate... “sinistra assente”,
appunto. O forse, più semplicemente, disinteressata e pure infastidita da quel
che va contro l’Impero?
Sopracciglio alzato e dito accusatore contro Cuba è,
dal crollo dell’URSS, il cliché più consunto, il banco di prova sul quale la
“sinistra” dimostra quanto sia divenuta democratica...
Così, non c’è voce di un qualsiasi improvvisatosi giornalista, o di un qualsiasi incolore scrittore, o di un immaginario difensore
dei diritti umani che non raccolga sostegno, ammirazione e simpatetiche
odi.
Sarebbe comico se non fosse invece segno disperante
di colonizzazione.
In questi giorni esce in
Italia un film preannunciato dalla grancassa della stampa nobile nazionale. Laurent
Cantet, regista francese, (sarà un furbacchione, visto che Cuba è sempre utile
per fare “cassetta”?) piazza su una terrazza de L’Avana 5 attori cubani e fa
loro recitare una sceneggiatura scritta dall’idolo della “sinistra” nostrana, tal
Leonardo Padura Fuentes, scrittore insignificante ma scaltro, che utilmente resta
in patria e ne esce solo (dietro costanti, amorevoli inviti di editori,
traduttori, democratici liberatori varii,
ecc) per graziosamente elargire letture orripilanti e macchiettistiche della
Rivoluzione cubana... ah, quanta passione suscita per il suo “desencanto”, autisticamente
ripetuto ad ogni intervista (sarà che la “sinistra” del dopo-URSS vi ritrova se
stessa, cioè la giustificazione per il proprio giro di boa?!?).
Le battute che si scambiano gli attori, TUTTE, sono
il “manifesto politico” del suddetto Padura: c’è tutto quel che continuamente
ripete. Il processo rivoluzionario, fin nei dettagli, è ridicolizzato (ecco il popolo più colto del mondo, a
commento di uno scambio di insulti fra giovani); stravolto in dramma (montagne di morti per fame, con buona pace di tutti i dati delle
diverse agenzie ONU); grottescamente mistificato (terrore poliziesco che riporta
lo spettatore al Cile di Pinochet); vigliaccamente offeso (si infanga la
memoria delle migliaia di combattenti, volontari, che Cuba offrì nella guerra
contro l’apartheid in Africa).
E molto altro: i cubani tutti ladri e corrotti,
desiderosi di fumare marijuana, bere whisky, indossare lacoste, i medici pagati
con caciotte, gli scrittori scomodi non pubblicati (proprio sfacciato, il
signor Padura, i cui libri si trovano normalmente nelle librerie cubane!), i
malati di cancro curati con le medicine che vengono dall’estero, perfino i
fagioli (squisito piatto nazionale e continentale) diventano buoni grazie all’olio arrivato in dono dalla Spagna! Non
è facile trovare un altro esempio di film puramente di propaganda, come
questo... neanche i fini e sperimentati addomesticatori di cervelli
statunitensi credo siano arrivati a tanta sfacciata stupidità.
Non manca infine, ovvio, l’appello a “riprendersi il Paese” (!!!),
che apparterrebbe a questi 5 signori (opportunisti, ladri e parassiti e rei
confessi)... mentre certo non appartiene a coloro (milioni) che in questi duri
e cruenti 50 anni di Rivoluzione hanno studiato e lavorato, pensato e costruito,
ai maestri che salgono in montagna ad insegnare in scuole dove c’è anche un
solo figlio di contadini, ai medici che vanno nei luoghi più desolati e
disperati del mondo ad assistere popolazioni che mai hanno visto un camice
bianco, ai ricercatori scientifici che, modestamente salariati, raccolgono
riconoscimenti internazionali...
Né appartiene, ovviamente, a coloro (quanti?
migliaia?) che in tutto il tempo della Rivoluzione hanno rinunciato a costruire
serenità personale e familiare impegnando la propria vita a difesa della vita
di tutti gli 11 milioni di cubani, costantemente attaccata dal terrorismo made
in USA (che ha raccolto 3500 morti): solo di alcuni di questi eroi oggi si
conosce il nome, nella gran parte dei casi non hanno avuto come ricompensa che
la certezza di aver compiuto semplicemente il proprio dovere di amore verso il
Paese e i concittadini.
Inevitabile e amarissimo il parallelo fra i 5
personaggi del signor Padura Fuentes (che sghignazzando su “l’uomo nuovo”, vivono
sfruttando ciò che ha conquistato il Paese) e i 5 antiterroristi cubani
incarcerati e torturati negli Stati Uniti, dal 1998, per essersi infiltrati
nelle organizzazioni terroristiche di Miami al fine di informare Cuba sui piani
di aggressione armata, aiutando ad evitare altre morti...
E la sinistra? all’uscita dalla sala, il
cerebralmente assopito “popolo di sinistra” non mostrava ALCUN brivido di
diffidenza su quanto aveva udito e visto nel film...
La
propaganda dell’Impero, a casa nostra, ha sgominato ogni resistenza, anche solo
culturale ?!
Anna
Serena Bartolucci
AsiCubaUmbria
Perugia,
17 novembre 2014
Nessun commento:
Posta un commento