Domenico Losurdo
Nietzsche, il ribelle aristocratico. Biografia intellettuale e bilancio critico - Nuova edzione ampliata
Volume primo: La critica della rivoluziona dai profeti ebraici al socialismo
Volume secondo: Biografia intellettuale e bilancio critico
Anno 2014 Collana «Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali» Prezzo €60,00
Nietzsche, il ribelle aristocratico. Biografia intellettuale e bilancio critico - Nuova edzione ampliata
Volume primo: La critica della rivoluziona dai profeti ebraici al socialismo
Volume secondo: Biografia intellettuale e bilancio critico
Anno 2014 Collana «Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali» Prezzo €60,00
Forse in nessun filosofo come in Nietzsche si intessono e aggrovigliano – con un’eccedenza di pensiero che sfida gli esegeti – aspetti brutali e benefici motivi demistificatori, un’oltranza politica da cui trasuda il peggio dell’Ottocento giudeofobo e una potenza di controcanto che manda in frantumi il mito cristiano-germanico. Nietzsche è tutto questo: ribelle solitario, filosofo viandante, illuminista antirivoluzionario, soprattutto teorico del radicalismo aristocratico. Impossibile, se non sacrificando la storia, ridurlo a un’etichetta univoca. Eppure le interpretazioni si sono fortemente polarizzate tra orrore e grandezza. Gli accusatori hanno brandito la genealogia diretta dei capisaldi del nazismo dal suo «superuomo», ed emesso così una sentenza inappellabile; i difensori hanno orchestrato un’ermeneutica dell’innocenza fondata su una lettura allegorica di alleggerimento, in cui le sue posizioni più estreme sono apparse soltanto libera espressione di un mondo vitale oltreumano. In un saggio che costituisce il più importante contributo agli studi nietzscheani degli ultimi decenni, Domenico Losurdo persegue invece l’unica strategia non mutilante. Prende alla lettera i principi spietati dell’aristocraticismo antidemocratico di Nietzsche – celebrazione della schiavitù, della guerra e dell’espansionismo coloniale, eugenetica, dottrina dell’annientamento – ma, invece di proiettarli sulla fosca progenie che li ha rivendicati, li riannoda al loro variegatissimo contesto ottocentesco. Non eludere le ombre inquietanti di Nietzsche contribuisce a ristabilire la verità, ma è anche il solo modo di esaltarne le luci dissacranti, sottraendolo alla sbiadita unilateralità dei suoi apologeti.
Domenico Losurdo è ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di Urbino. Tra i suoi saggi: Il revisionismo storico. Problemi e miti (1996), Hegel e la Germania (1997), Il peccato originale del Novecento (1998), Controstoria del liberalismo (2006), Autocensura e compromesso nel pensiero politico di Kant (2007), Il linguaggio dell’Impero. Lessico dell’ideologia americana (2007), La non-violenza. Una storia fuori dal mito (2010), Hegel e la libertà dei moderni (2010) e La lotta di classe. Una storia politica e filosofica (2013). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato: La comunità, la morte, l’Occidente. Heidegger e l’«ideologia della guerra» (1991), Democrazia o bonapartismo. Trionfo e decadenza del suffragio universale (1993) e La Seconda Repubblica. Liberismo, federalismo, postfascismo (1994).
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