Borghesia? Per niente da buttare
Giuseppe Bedeschi, Domenicale del Sole 24 Ore, 12 maggio 2013, p. 33
In una famosa lettera del 5 marzo 1852 al suo amico Weydemeyer, Karl
Marx affermava: «Per quel che mi riguarda, a me non appartiene né il
merito di aver scoperto l'esistenza delle classi nella società moderna,
né quello di aver scoperto la lotta fra di esse». Di ciò – diceva il
filosofo di Treviri – avevano parlato molto, prima di lui, con modalità
diverse, gli storici e gli economisti «borghesi». Il merito che Marx si
attribuiva era piuttosto quello di avere «dimostrato» che nel
capitalismo maturo la lotta di classe conduce necessariamente alla
dittatura del proletariato, e che questa dittatura costituisce solo il
momento di passaggio alla soppressione di tutte le classi e a una
società senza classi.
In Marx, dunque, la lotta di classe costituisce il fattore dinamico decisivo dello sviluppo storico. Nel suo ultimo libro, La lotta di classe. Una storia politica e filosofica, Domenico Losurdo – uno dei nostri maggiori studiosi di Marx e del marxismo – individua appunto nella lotta di classe la categoria centrale della teoria marxiana, in quanto essa si configura come una teoria generale del conflitto sociale. Ma, sottolinea Losurdo, per intendere adeguatamente tale teoria, occorre ricostruirla in tutta la sua complessa articolazione...
In Marx, dunque, la lotta di classe costituisce il fattore dinamico decisivo dello sviluppo storico. Nel suo ultimo libro, La lotta di classe. Una storia politica e filosofica, Domenico Losurdo – uno dei nostri maggiori studiosi di Marx e del marxismo – individua appunto nella lotta di classe la categoria centrale della teoria marxiana, in quanto essa si configura come una teoria generale del conflitto sociale. Ma, sottolinea Losurdo, per intendere adeguatamente tale teoria, occorre ricostruirla in tutta la sua complessa articolazione...
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