sabato 9 ottobre 2010

Ancora su antisemitismo ed ebreicidio

Alcuni lettori hanno sollecitato un approfondimento del tema. Ecco la replica di Losurdo [SGA].

Si può discutere delle modalità con cui esso viene messo in atto, ma sulla realtà dell’ebreicidio non ci sono dubbi. Come scrivo nell’articolo riportato in questo blog (Condanna dell’ebreicidio e condanna delle infamie coloniali del Terzo Reich.Vera e falsa critica del negazionismo), tale realtà finisce con l’emergere anche dall’esposizione di un campione del negazionismo qual è David Irving. E’ vero, per l’ebreicidio non c’è un ordine scritto, come per il Kommisarbefehl, cioè per l’«ordine commissariale» del Führer che impone l’esecuzione immediata dei quadri comunisti e sovietici fatti prigionieri. Ma non mancano le prese di posizione ufficiale, che accennano in modo trasparente alla necessità dell’ebreicidio. Prima ancora dello scoppio della guerra, il 30 gennaio 1939, Hitler dichiara: «Se l’ebraismo internazionale riuscisse, in Europa o altrove, a precipitare i popoli in una guerra mondiale, il risultato non sarebbe la bolscevizzazione dell’Europa e la vittoria del giudaismo, ma lo sterminio della razza ebraica (Vernichtung der jüdischen Rasse) in Europa». Più tardi, a guerra ormai scatenata, Hitler si è vantato della giustezza della sua «previsione».
Involontariamente, gli stessi negazionisti sono costretti a riconoscere l’essenziale. Così scrivo nell’articolo citato:

“Pur «coperta da eufemismi sottili», l’«intera attività omicida dei nazisti» era comunque chiamata a uccidere «senza distinzioni di classe sociale, di sesso o di età»; le stesse squadre speciali riuscivano a portare a termine il loro compito «soltanto sotto l’effetto dell’alcool». Tali ammissioni sono però gravemente indebolite dalla tesi secondo cui Hitler era forse all’oscuro di tutto! Eppure, è lo stesso Irving ad osservare che il Führer considerava «eccellente» e meritevole della più ampia diffusione il proclama con cui il generale W. von Reichenau chiariva ai suoi soldati un punto essenziale: occorreva esigere «un duro ma giusto tributo dai subumani ebrei»”.

Dunque, l’ebreicidio è fuori discussione. Il problema è di non dimenticare il nesso che, nella politica hitleriana, sussiste tra ebreicidio, liquidazione a tutti i costi del bolscevismo e decimazione e schiavizzazione dei popoli coloniali (a cominciare dai popoli slavi e dell’Unione sovietica). Chi dimentica questo nesso, critica un negazionismo per cadere in un altro. E’ quello che spiego ancora una volta nel mio articolo: Condanna dell’ebreicidio e condanna delle infamie coloniali del Terzo Reich.Vera e falsa critica del negazionismo.

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