martedì 28 ottobre 2008

Stalin: Storia e critica di una leggenda nera. Il nuovo libro di Domenico Losurdo

André Tosel, professore emerito di filosofia alla Sorbona:
"Grazie infinite per il tuo libro su Stalin che leggo con passione. Consentimi di esprimerti tutta la mia ammirazione per latua opera così rettificatrice, così pertinente. Tu hai compiuto un lavoro fondamentale che segnerà una svolta, conferendo alla storia critica una dimensione potentemente teorica e filosofica. Sono stupefatto per la tua capacità di lavoro e la tua fecondità".

George Elliott
, autore di Ends in Sight. Marx, Fukuyama, Hobsbawm, Anderson (Pluto Press):
"Just to say that I've now had a chance to give your extremely book an initial read - and found food for thought on almost every page! I shall certainly need to re-read it, and reflect at lenght, before I can arrive at a considerer judgement"
.

Presentazioni:


Firenze, mercoledì 17 dicembre, h. 21,15
Circolo Arci "Casa della Cultura"
via Forlanini, zona universitaria ex Fiat/Ponte di Mezzo
Organizza: PDC
Milano, venerdì 19 dicembre, h. 17,30
via Spallanzani 6, MM 1 P.ta Venezia
Organizza: PdCI


Carocci - Saggi, pp. 388, Euro 29,50
Con un saggio di Luciano Canfora

C'è stato un tempo in cui statisti illustri - quali Churchill e De Gasperi - e intellettuali di primissimo piano - quali Croce, Arendt, Bobbio, Thomas Mann, Kojève, Laski - hanno guardato con rispetto, simpatia e persino con ammirazione a Stalin e al paese da lui guidato. Con lo scoppio della Guerra fredda prima e soprattutto col Rapporto Cruscev poi, Stalin diviene invece un "mostro", paragonabile forse solo a Hitler. Darebbe prova di sprovvedutezza chi volesse individuare in questa svolta il momento della rivelazione definitiva e ultima dell'identità del leader sovietico, sorvolando disinvoltamente sui conflitti e gli interessi alle origini della svolta.

Il contrasto radicale tra le diverse immagini di Stalin dovrebbe spingere lo storico non già ad assolutizzarne una, bensì a problematizzarle tutte. Ed è quanto fa Domenico Losurdo, analizzando le tragedie del Novecento con una comparatistica a tutto campo e contestualizzando molte delle accuse mosse a Stalin, in questo volume - saggio storico, storiografico e filosofico a un tempo - che non mancherà di suscitare vivaci polemiche.

Indice
Premessa. La svolta nella storia dell'immagine di Stalin
1. Come precipitare un dio nell'inferno: il Rapporto Cruscev
2. I bolscevichi dal conflitto ideologico alla guerra civile
3. Tra Novecento e lunga durata, tra storia del marxismo e storia della Russia: le origini dello "stalinismo"
4. L'andamento complesso e contraddittorio dell'era di Stalin
5. Rimozione della storia e costruzione della mitologia. Stalin e Hitler come mostri gemelli
6. Psicopatologia, morale e storia nella lettura dell'era di Stalin
7. L'immagine di Stalin tra storia e mitologia
8. Demonizzazione e agiografia nella lettura del mondo contemporaneo

Da Stalin a Gorbacev: come finisce un impero
di
Luciano Canfora

9 commenti:

federico.grendine ha detto...

Ho finito il libro ieri. Si tratta di un piccolo gioiello, qualcosa di raro nel panorama della saggistica italiana contemporanea. Paradossalmente, credo che solleverà molte più critiche e commenti scandalizzati "a sinistra" che non nel pubblico generale.
Losurdo è un campione nel demistificare i luoghi comuni. Ma la parte più convincente del libro è la tesi di sottofondo, volta ad analizzare dialetticamente il reale e ad escludere interpretazioni astratte, psicologiche. In senso hegeliano puro.

Unknown ha detto...

Sono arrivato a pag 136, ma non ho potuto fare a meno di cercare su google il sito di questo autore per fargli i miei sentitissimi complimenti per questo bellissimo e illuminante saggio su Stalin. Premetto che no sono mai stato né uno stalinista, né un marxista leninista, anzi, la mia estrazione è anarchica e non violenta, attualmente sono impegnato in movimenti locali che perseguono il "bilancio partecipato". Mi ha molto emozionato la parte sul "rilancio della democrazia sovietica", che rompe sul serio tutti i luoghi comuni (a cui anch'io credevo fino a qualche giorno fa') su questo personaggio controverso ma straordinario, ingiustamente demonizzato.

Taras ha detto...

La lettura di questo saggio lascia un segno molto profondo nella testa del lettore. Forse anche fisicamente, perché il professor Losurdo non scrive per compiacere il lettore, ma per farlo innamorare della verità storica, della verità dei fatti. Mi sembra questa l'essenza della ricerca scientifica, filologica, di impostazione marxista.
Ha molto ragione federico grendine quando afferma che saranno proprio molti compagni a scandalizzarsi solo per il tema trattato.
E' una cartina al tornasole preoccupante dell'attuale livello dello spirito critico in Italia.
Ormai Stalin=Hitler anche per molta gente di sinistra perché...qualcuno glielo ha detto.
Un po' la stessa questione kafkiana del dibattito infuocato sulla Cina e il dio in terra dalai lama.

Thx1921 ha detto...

Finalmente anche nella nostra piccola(nel senso dispregiativo del termine) Italia si può leggere un libro di questo livello, ormai abituato ai vari Conquest, ai Pansa, ai Moni Ovadia, non credevo fosse più possibile.
L'ultimo bel libro che ho letto sull'argomento "Stalin un altro punto di vista" Di Ludo Martens, avevo quasi finito di tradurlo dal francese prima di trovarlo stampato in Italiano, e ricordo che cominciò comunque a girare semiclandestinamente prima di giungere nelle librerie(almeno qua da noi a Livorno).
Sono emozionato e ringrazio Domenico Losurdo per questo piccolo gioiello storico-filosofico,
a nome di tutti i compagni e le compagne che si sono battuti dal 1956 per difendere questo Uomo così bistrattato e infangato dalla storia, e a nome di tutte quelle persone che al di là delle proprie idee e convinzioni, vogliono sapere la verità sui fatti e amano l'integrità intellettuale di chi si batte per far sapere loro le cose come stanno.
L'integrità morale che lei squisitamente possiede ed usa
Infinitamente grazie

Thx1921 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
f.clb ha detto...

sto per leggere questo libro e anche quello di martens, ma sono già convinto di una differenza e cioè: i dittatori prendono il potere pacificamente e poi devono essere spazzati nel sangue; i rivoluzionari prendono il potere con la forza perchè devono sovvertire il potere precedente ma lo mollano spontaneamente. quando il potere è violento il contropotere non può che essere violento. stalin ha spazzato i nazi e certo non poteva farlo a parole, ma la responsabilità è del potere assassino non di chi deve combatterlo

Anonimo ha detto...

grande onesta e coraggio intelletuale del autore.forse si poteva essere piu capillare ed piu documentato nel ripristino dei raporti amichevoli tra lo stato e la chiesa,partendo dagli inizi degli anni '30.Tuttavia un gran bell'lavoro.

Comunista Belgio ha detto...

Magnifico libro che sto rileggendo ora per ripassare e sottolineare i passaggi chiave. Una vera e propria opera di riferimento per ogni Comunista che sia appena appena degno di questo nome, perché parla di tante cose, questioni e problemi che vanno al di là della persona di Stalin e della vicenda dell'Unione Sovietica, e che riguardano il movimento comunista e rivoluzionario nel suo insieme, di ieri, di oggi e di domani.

Anonimo ha detto...

congratulazioni al autore.Un bel lavoro rimane sempre un bel lavoro,anche se non remunerato materialmente,come io penso sia stato in questo caso.Tuttavia le porcherie e le falsita del Montefiore anche se pagate profutamente,non hanno ne valore storico e neanche dignita.Stia bene Professore,le auguro lunga vita e altre opere di questo livello.